Ultimo appuntamento con TUMBO VISIONI: martedì 29 aprile ore 21.00 L’ARTE DEL SOGNO

    presso la sala conferenze del Centro Don Bosco,
    viale Marconi 5, a Rovigo
     

    Ultimo appuntamento per Tumbo Visioni, rassegna cinematografica organizzata con il Centro don Bosco ed il gruppo Cinegap (sul cui sito sono consultabili i risultati dei questionari raccolti al termine delle precedenti proiezioni). Ricordiamo che l’iniziativa è patrocinata dal Comune di Rovigo.

    PER VEDERE IL TRAILER DI “L’ARTE DEL SOGNO” CLICCA QUI.

    Ancora una volta il cervello è il protagonista del surreale cinema di Michel Gondry che, dopo “Se mi lasci ti cancello”, con “L’arte del sogno” (2006) ora viaggia nel sogno per vivere un sentimento d’amore non corrisposto nella veglia.
    Dopo la morte del padre in Messico, Stéphane, un giovane creativo che confonde realtà e sogno, torna a Parigi su richiesta della madre che dice di aver trovato per lui un lavoro creativo. Il suo entusiasmo subisce un duro colpo quando scopre che il lavoro è in realtà un banale e monotono impiego da illustratore in una minuscola impresa di calendari promozionali.
    La delusione passa in secondo piano quando Stephane incontra la sua nuova vicina, Stephanie (Charlotte Gainsbourg) e la sua amica, Zoe. Invaghitosi di Stephanie, Stéphane la corteggia in sogno e da sveglio la inserisce nei suoi numerosi progetti creativi e nelle sue invenzioni, lasciandola entrare nel confuso ma coloratissimo universo della sua mente. In amore, però, sogno e realtà non coincidono quasi mai…
     
    Il motore del cinema di Gondry è il cuore, la pulsione amorosa è invece il combustibile che produce confusione e confonde i piani, passato-presente, sogno-realtà, raddoppiando i livelli rappresentativi e quelli narrativi. L’arte del sogno penetra l’immaginario onirico del protagonista, interpretando i sogni di Gondry, sceneggiatore di se stesso.
    Il regista firma e gira dunque il suo film più personale e delicato, esprimendo tutto lo stupore e lo splendore (eterno) della sua mente “immacolata”. Gondry recupera l’elemento onirico lasciandolo libero di sconfinare nella realtà, interrotta da una scenografia artigianale e incantevole, erede dell’animazione praghese. Pupazzi meccanici, macchine del tempo che conducono a un passato lontano soltanto due secondi, trasmettitori del pensiero, sono stupefacenti marchingegni che interagiscono con gli attori creando l’illusione di un sogno di cellophane. L’inesperienza sentimentale del protagonista si materializza nel prezioso “dilettantismo” scenografico dentro al quale Gondry confronta i sessi, racconta l’amore inevaso, sostiene la bellezza di un’idea.
    Da sognare ad occhi aperti.

    INGRESSO GRATUITO