PAGELLE DI FINE ANNO. LOS TUMBOS.

    Giorgio El Gringo Soffiato. Fa parte della lunga schiera di persone che daranno anima, ma soprattutto corpo alla causa: in pochi mesi immola entrambe le caviglie, scopre di essere cardiopatico, iperteso e di avere malattie veneree. Il suo standard di rendimento sarà elevato e costante, farà parate al limite della fisica ma scoprirà di avere un nuovo nemico: Beppe. Si ringrazia anche in particolar modo il noto preparatore atletico Ritardonio, che lo pompa allo stremo ogni santo giorno alla Roger Gym, gonfiandolo come un cavallo. MARTIRE (ma molto pompato!).

     

     

    Alessandro Ramboni. Sotto al cappello da cowboy, copricapo tipico degli abitanti di Polesella, si nasconde il braccio armato di Tumbo. La vera natura del Ramboni si rivela una sera, a Granzette, in cui fa il suo ingresso in campo direttamente dagli spalti aggredendo tutto ciò che si muove, placcato a fatica da un gorilla che si spacciava per nostro allenatore. Ma a dire il vero c’erano già state avvisaglie dei suoi squilibri quando saltò un allenamento a causa di una visita guidata (e forzata) alla bellissima questura di Padova. CRIMINAL MIND.

     

     

    Luca Crive Crivellaro. Che dire, una stagione splendida. Ricorderà sempre con gioia le due caviglie martoriate, le ginocchia doloranti e la costola incrinata. Propositi per il prossimo anno: contratture e stiramenti a valanga, e perché no, una commozione cerebrale (non a me: al numero 6 della Lendinarese). Imbocca anche la via della magia, realizzando un pentacolo con le bottigliette d’acqua, nelle lunghe ore passate in panchina. Da riproporre la prossima stagione. Rotto si, ma sempre generoso: non salta mai un pasto nei minuti precedenti ad ogni partita o allenamento e l’unica volta che lo fa, si sente male in campo. MUTUATO (e pazzo, dato che parla di sé in terza persona).

     

        

    DON Gaspa (Massimo Gasparetto). Il Don, a cui sempre e con massima deferenza e commozione baciamo le mani, porta carica, grinta e determinazione che solo l’esponente di una grande famigghia come la Sua può portare in dote. Celebri le Sue minacce a tutto il mondo arbitrale CSI (sigla che si pronuncia “si-e-sai”) e le teste di cavallo mozzate, recapitate a casa dei vari portieri avversari. A proposito, non è finita: il Don non ha raggiunto la doppia cifra come marcature, e di questo si rammarica… si prospetta un’estate piena di sorprese per gli estremi portieri avversari. Si dimostra anche generoso e uomo del popolo, nella Sua incessante e gloriosa attività nel servizio postale italico. INTOCCABILE.

     

     

           

    Carabirra Barin, detto Teo, detto Barin Matteo (raro). Difensore rognoso, randella a più non posso; vero condottiero, conduce i suoi ad ogni aperitivo del Polesine e promuove visite private a tutte le piadinerie del globo. E’ anche Re del palo, con una media di 2 legni colpiti a partita; nonché Re della simulazione (grida prima di essere toccato dall’avversario e si tuffa magistralmente). Si becca anche una bellissima collezione di cartellini gialli, quasi tutti per proteste. Inoltre, manda a quel paese il mister praticamente in ogni partita. Che dire…DOPPIO MALTO. (Foto: Teo in visita in Germania)

     

     

          

    MMM: Mala Malaguti Matteo. Parte alla grande e appena si abitua alla fascia sinistra nel rombo…si cambia modulo e gli tocca fare la punta. Ma la sua grande adattabilità e i suoi piedi raffinati (ma soprattutto la sua pettinatura da bulletto anni 20 che lo rende affabile e allo stesso tempo minaccioso) lo conducono sicuro nelle gloriose vie delle reti avversarie, nonostante le gufate clamorose di Crive, che però ad un certo punto hanno effetto: Mala comincia a soffrire di qualunque male fisico possibile…ed è subito dramma. La frase che circolava frequentemente era: “Ma Mala si è fatto male al malleolo maledizione”. Il cuore però è grande: torna in campo dopo mesi d’assenza ma la carne è debole e si deve ritirare. Ha sfidato la maledizione del numero 9 e ha perso. Con onore. Lo aspettiamo fiduciosi per la prossima stagione…DESAPARECIDOS.

     

    Stefano Nino Rizzato. Il capitano. L’unico vero giocatore di calcio della squadra, difende (benissimo) come un libero (praticamente attaccato al nostro portiere) per poi ripartire con ubriacanti dribbling e venire sistematicamente falciato prima di arrivare in porta. Sarebbe fantastico, ma c’è un piccolo dettaglio: cade ogni volta con il sistema detto “a pecora”, ovvero contemporaneamente con ginocchia e gomiti sulla pulita GETTATA DI CEMENTO che costituisce il fondo del nostro fantastico PalaTumbo. Ciò inevitabilmente provoca QUALCHE sconquasso alla giunture del nostro capitano. Nonostante questo stupisce per rendimento e continuità. Celebri le sue calzamaglie e la gestualità da sceneggiata napoletana che indirizza all’arbitro ogni volta che viene messo a terra. Si sottolinea anche che la sua pizza preferita è carote e tonno. NB: segnalare ai gm che bara in hattrick. Come già detto in passato…ROBIN HOOD.

     

    Emanuele Margherita Zillo Zilli. Questa punta tutta pepe ha fatto meglio di tutti, rompendosi radio e ulna, dopo aver messo anch’egli il numero 9. La sua presenza in campo si sente, grazie alle battute demenziali e alle puttanate che spara ogni 3 secondi circa. Ma la cosa migliore la fa in coppia con l’altro genio, l’orso Sergio, quando meditano di chiudersi nei bagni dello spogliatoio per spiare le ragazze mentre si sarebbero fatte la doccia: aspettare due ore per sbirciare a turno da una serratura minuscola sarebbbe stata un’azione eccezionale e caparbia, ma anche solo aver pensato di poterlo fare è cosa grande. DIABOLIK (ma anche uno dei 3 porcellini. Vedi foto: Zillo, Sergio e Vido).

     

     

         

    Luca Guerra. Con un cognome così suggestivo non può avere altri soprannomi, pare ovvio. Quando è in campo si sente, mentre quando manca si avverte la sua assenza, dato il casino che riesce a combinare nelle difese avversarie. Nell’ultima partita, Barin mette in mezzo e il buon Guerra abbatte portiere e difensori a pallonate, favorendo così l’accorrente Persona che insacca a porta vuota! (con ciò si vuole anche sottolineare che Persona fa goal di merda. Sanguisuga!!!) Gregario vero, è senza dubbio il Re del rimpallo, riuscendo con un pallone a tenere in scacco praticamente tutta la difesa avversaria e facendola cadere nella confusione più totale. Stupendo il momento in cui si fa prendere a schiaffi dal difensore di AT Centro Riparazione: Luca lo guarda sereno e porge l’altra guancia. Il suo è quasi un rimprovero morale (a differenza della reazione di un esagitato tifoso che irrompe in campo). In campo non si scompone mai, è sempre il più sereno e rilassato…Luca…falla girare!!! DALAI LAMA. (nella foto: Luca, sportivo più che mai, arriva ad allenamento in bici).

     

       

    Andrea Bena Benaja Cena Cenazzo Bubaaa Benazzo. Ha più soprannomi che altro. Il nostro ariete si distingue per tutto il campionato grazie ad alcune reti, vere perle di rara bellezza, alternate a giocate che capisce solo lui. E’ chiaramente una mente superiore, non a caso condivide spesso con Crive i riscaldamenti prepartita (tirando a canestro e dicendo cazzate). Si distingue anche per i suoi impegni nel sociale, che lo portano ad accumulare dei minimi ritardi agli allenamenti (dalla mezzora a un’ora di ritardo, di media). Vero responsabile della scomparsa dell’ottimo Gusella (la polizia indaga), può dare molto a questa squadra…soprattutto in termini di denaro e sponsorizzazioni, essendo lui miliardario e “delfino” dell’immensa fortuna del re dell’edilizia, Benazzo senior. IMPERATORE.

     

      

    Luca Brutta Persona. Eccolo, il bomber della squadra. Ma più che bomber, lo definiremmo gufo: con le sue fatture uccide (Gusella), maledice (Crive), frattura (Zillo), sfascia (Teo Peretto), demolisce (Mala)…ebbene si, tutti potenziali attaccanti. Certo, è proprio una brutta persona!!! Parte male in campionato, ma dopo aver demolito l’attacco di Tumbo, si scalda e si scatena. Chiuderà il conto attorno a quota 20 goalsss, ma dobbiamo riconoscerlo: ha tolto spesso le castagne dal fuoco (e si è mangiato più goal lui di Oliveira, Pancev, Stellone e Gilardino messi insieme!). AMELIA LA STREGA.

    (Nella foto: ricostruzione di come Persona tiene in scacco la squadra con i suoi artifici malefici).

     

     

         

    Federico MISTER Bordin. Il Re della tattica. Passa dal rombo, al 2-2, all’albero di Natale, all’albero di Natale rovesciato, all’ 1-1-1-1, al 4-0, tutti nella stessa partita e senza averli mai provati un minuto in allenamento! Ma la squadra lo segue ciecamente (alle pizzate più che altro) e in campo ascolta religiosamente le sue indicazioni (vedi Teo Barin). Stupenda la collezione di smorfie che regala alla platea durante le partite, in particolar modo quando vede l’operato degli attaccanti o le magie di Bena. BRANCALEONE.

     

     

     

            

     

     

     

    Gusella, Teo Peretto, Vido, Balestra: partiti con grande grinta, fin da subito alla ribalta, avrebbero potuto diventare l’anima della squadra….avrebbero potuto…R.I.P.

     

     

     

     

     

      

    Giulia Monesi. Tuttofare della squadra: tifosa, segretaria, direttore sportivo, direttore generale, cassiera, ma anche e soprattutto, pilota. Come già detto in passato, conosce tutti i palazzetti del rodigino e del padovano, che raggiunge ostiando, a causa del suo navigatore, il mister Federico, che tende a contraddirla. Ma la sua disciplina militare e il suo rigore sono solidi come la roccia. GENIO CIVILE.

     

     

     

     

      

    PalaTumbo. La sua situazione igienica farebbe rabbrividire i peggiori bar di Caracas. E ho detto tutto. ALLARME BATTERICO. (Nella foto: Zillo e Stefanino in campo prima di Tumbo – Pizzeria Trenino).